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venerdì 21 settembre 2012

The New Yorker: Lettera aperta di Philip Roth a Wikipedia


Apriamo questa rubrica con una lettera aperta di Philip Roth su The New Yorker. Ne traduco un estratto, QUI trovate l'originale.

7 Settembre 2012
Lettera aperta a Wikipedia
Scritta da Philip Roth

Gentile Wikipedia,

sono Philip Roth. Recentemente ho avuto motivo di leggere per la prima volta la pagina wikipedia dedicata al mio romanzo “La macchia umana.” La voce presenta una grave inesattezza che vorrei fosse rimossa. Quanto scritto è arrivato su wikipedia non dal mondo della verità, ma dal mormorio del gossip letterario – non vi è alcuna verità in esso.

Già quando, attraverso un intermediario ufficiale, ho recentemente chiesto a wikipedia di cancellare tale inesattezza, insieme ad altre due, “l’amministratore di wikipedia in inglese” riferì al mio intermediario – in una lettera datata 25 agosto e indirizzata al mio intermediario – che io, Roth, non ero una fonte attendibile: “Capisco il suo punto di vista, che l’autore è l’autorità maggiore nei confronti del proprio lavoro” scrive l’amministratore di wikipedia “ma abbiamo bisogno di altre fonti.”

Si è creata quindi l'occasione per questa lettera aperta. Non essendo riuscito a ottenere un cambiamento attraverso i canali usuali, non so in quale altro modo procedere.



L’inesattezza che Roth chiede di correggere riguarda l’ispirazione del romanzo. Wikipedia sosteneva, infatti, che il romanzo fosse ispirato alla vita dello scrittore Anatole Broyard, mentre nella sua lettera Roth sottolinea che "La macchia umana" era invece ispirata ad alcuni infelici eventi della vita del suo amico Melvin Tumin, professore di sociologia a Princeton.

Traduco un estratto dalla pagina wikipedia inglese incriminata (trovate QUI l'originale), nella giornata di oggi, 21 settembre 2012:

Le recensioni del libro nel Daily e nel Sunday New York Times, rispettivamente di Michiko Kakutani e Lorrie Moore, suggeriscono che il personaggio di Coleman Silk sia stato ispirato da Broyard. Brent Staples, in un editoriale del The New York Times, Andrew Sarris, in una recensione del film tratto dal libro sul New York Observer e Patricia J. Williams, nella recensione del film su The Nation, suggeriscono la stessa cosa. Anche se Roth, in un'intervista del 2008, affermò che non gli era nota la storia di Broyard quando iniziò a scrivere il romanzo, ma ne venne a conoscenza mesi dopo. Il 7 settembre 2012, Roth ha scritto sul The New Yorker una lettera aperta a wikipedia, nella quale sosteneva che il romanzo si basava su un incidente avvenuto nella vita del suo amico Melvin Tumin, professore di sociologia a Princeton.

Philip Roth ha dunque ottenuto quanto richiesto. Non voglio portare la vostra attenzione sul romanzo, sebbene il tema sia piuttosto interessante (si parla di razzismo nei confronti delle persone afroamericane), ma sul contenuto della lettera. Roth scrive una lettera aperta su The New Yorker, perché il tentativo sul canale ufficiale non è andato a buon fine. E già questo ci dimostra come fare una piazzata out loud sia spesso più produttivo del fare una richiesta discretamente.


Ma la cosa che ha davvero destato tutta la mia attenzione è stata la risposta dell'amministratore di wikipedia. L'autore non è una fonte attendibile.. o meglio, non basta come unica fonte. Ora, posso essere d'accordo se stessimo parlando della tiratura del romanzo, dell'indice di gradimento, o di qualsiasi argomento intorno al libro. Ma qui parliamo di trama. E me lo immagino Roth, seduto in poltrona con la risposta davanti, sbarrare gli occhi ed esclamare: “Ma chi deve sapere meglio di me a cosa IO mi sono ispirato per scrivere il MIO romanzo?!!”


Una volta pubblicato un libro, chi ne è padrone? Sì, certo.. ci sono i diritti d’autore, ma generalmente ti assicurano solo che ci sia il tuo nome sopra, e che ti sarà dovuto un certo tipo di compenso. Roth ha fatto sentire la sua voce perché ha letto di un fraintendimento e lo ha voluto chiarire. E parliamo di un romanzo. Pensate alle poesie. Pensate alle analisi degli studiosi. E se fossero sbagliate? Non tutte, eh! Ora non voglio dire che se un autore non esplicita nero su bianco il contenuto del suo scritto nessuno sarà mai in grado di capirlo. Ma se in alcuni casi fosse accaduto? La grande fortuna di Roth è di essere vivo. Se non lo fosse stato non avremmo saputo la verità.


E qui arriva la domanda: quanto è importante? Quanto è importante per voi sapere cosa c’è dietro le pagine? Vi basta credere di aver capito alcune cose, o volete anche sapere se sono veramente così? Vi bastano le parole dell'autore o vi intriga anche conoscere cosa frulla nella sua mente?

Ognuno avrà la sua opinione.. personalmente non so che darei per fare due chiacchiere con William Shakespeare e conoscere la sua visione del mondo, dell'arte, della poesia.


E stringerei volentieri la mano a Roth, perché ha ragione: il romanzo è suo e nessuno può essere una fonte più attendibile dell’autore!


6 commenti:

  1. Condivido in pieno il post.
    In tutti i sensi. ^.^

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  2. E' suo, non c'e' dubbio.
    Pero', scusate il controsenso, e' anche di chi lo legge, dal punto di vista dell' interpretazione. Se io pubblico un libro (magari!) vorrei essere aperta alle interpretazioni di chi lo legge, soprattutto se e' scritto in un modo che lasci molto spazio all' immaginazione. Per esempio io amo Scarlett Thomas e lei scrive queste storie surreali in cui alla fine si lascia sempre una porta aperta a mille interpretazioni, anche se lei aveva in mente una cosa ben precisa quando l' ha scritto...

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    1. Certo, dal punto di vista dell'interpretazione il libro è anche mio, anzi.. se sento il libro mio l'autore deve esserne solo contento, perché ha ottenuto il suo scopo!

      Mi informerò su Scarlett Thomas, non ho (ancora) letto nulla di suo! Mi consigli un titolo? ;)

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  3. allora, "che fine ha fatto Mr Y?" è surreale, ma quello che da più da meditare, "Pop Co." affronta argomenti di etica e di crittografia, "L'isola dei segreti" è il mio preferito quindo sono un po' in difficoltà a dirti di cosa parla :), "Il nostro tragico universo" affronta temi in parte letterari e "Il giro più pazzo del mondo" di strade da prendere... so che cos è ancora più un casino, ma li devi leggere tutti!

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    1. Ho scoperto che il mio papà aveva "Che fine ha fatto Mr Y?" e me lo son fatto prestare :)
      Se mi piace passerò a "L'isola dei segreti" ;)

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