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domenica 30 settembre 2012

Fine settembre


Uno dei blog che seguo con frequenza è quello di Euforilla e ho deciso, previo suo consenso, di “rubarle” un’idea! Lei la chiama Scatola Musa ed è una lista di cose belle che vi sono accadute o che vi sono passate per la mente, da scrivere una volta al giorno, alla settimana, al mese, o quando cavolo vi pare. Mi è sembrata una cosa molto carina, e ho pensato di adottarla anche io.. troverete la mia alla fine di ogni mese.. a partire da oggi!


Agnes (Despicable me)


Settembre:



° Aver riesumato il blog aggiornandolo quasi quotidianamente

° L'autunno!

° Il cinema davanti casa

° Mettere il plaid sulle lenzuola

° Vedere le foto di Tatto in Erasmus a Santiago de Compostela

° L'offerta della Feltrinelli 2dvd DreamWorks a 9,90€

° Despicable me <3

° Willy ha comprato i biglietti del treno per venirmi a trovare a ottobre (anche, se in realtà, viene per vedere un concerto..)

° Sushi e sashimi a go-go

° Un sabato in 4 da Ikea

° Angry Birds

° Conoscere Almudena Grandes e ricevere una dedica deliziosa sulla mia copia di Los aires dificiles

Per Silvia, magari i venti soffieranno in tuo favore.
° Vedere un’altra mia traduzione pubblicata ^.^

° Il nuovo lavoro di Gatto!

° Aver trovato, finalmente, la casa perfetta (trasloco previsto per fine mese prossimo)

° Rivedere le foto dell’estate

° Panda e Poodle che finiscono gli esami e stanno per andare in Erasmus

° Rendersi conto che tutte le sciocchezze tipo “Dopo un periodaccio le cose miglioreranno sicuramente..” sono vere!!!

° Scrivere, scrivere, scrivere…

° Milano <3

° Decidere di elencare solo le cose belle e tralasciare quelle brutte ^.^


venerdì 28 settembre 2012

50 sfumature di... NO!



Non so se è pienamente corretto inserire qui questa trilogia, dato che ci tengo a sottolineare che spendere 15€x3volumi=45€ su questa scemenza mi sembrava irrispettoso nei confronti dei libri che leggo generalmente, quindi NON li ho comprati. Letti, non comprati.

Oggi NON parlerò del "caso editoriale dell'estate" come hanno già fatto (egregiamente) tante altre ragazze.. se volete leggere, anzi ascoltare qualche recensione della trilogia in questione, vi consiglio quella di Barbie Xanax e i tre video di Cimdrp.

Una volta all'anno (non di più, non ce la farei) mi concedo un po' di insano masochismo intellettuale, come lo ha definito Barbie Xanax, e leggo con coscienza un libro che mi farà accapponare la pelle. Generalmente si tratta di quei libri publicizzati come "il caso editoriale" da millemila copie. Ecco, in genere la sòla c'è, e neanche troppo nascosta! 
Qualche anno fa il testo in questione era Twilight, di cui magari più avanti posterò una mia vecchia recensione (magari tra 50 sfumature e Twilight lascio tre o quattro recensioni di libri per lo meno decenti, ok?) Non è mistero per nessuno che 50 sfumature sia nato come fan fiction di Twilight (per chi è rimasto leggermente indietro, una fan fiction altro non è che un racconto scritto prendendo spunto dalla storia o dai personaggi del libro/film/serie tv di cui si è fan).. e già che una donna di 40-e-rotti anni sia fan di Twilight dovrebbe mettere tutti in guardia!
Se una persona vi dice che gli è piaciuto... è probabilmente anche fan di Twilight, avrà tutta la collezione dei Nicholas Sparks e qualche harmony sotto al cuscino. Nota semi-positiva, l'autrice cita Tess of the d'Urbervilles.. magari qualche fan se lo va a leggere e ha un primo approccio alla letteratura!

Melissa p. (facente parte sempre della categoria di libri di cui sopra) almeno era coerente. Ha scritto un libro in cui si narravano le avventure sessuali di una ragazzina. Ora, per quanto stereotipate, scritte in modo piuttosto scialbo e, sinceramente, non sconvolgenti, per lo meno leggendo il libro ci trovi quanto promesso. In 50 sfumature le scene di sesso sono pressoché identiche, al punto che, arrivata al secondo libro ero seriamente tentata di saltarle. 

Di che cosa voglio parlare, dunque, se non ho intenzione di approfondire trama, personaggi (non l'ha fatto l'autrice, perché dovrei approfondirli io?) o stile?
Voglio parlare della mente contorta delle donne di oggi. Wow, negli ultimi post (questo compreso) sembro una super femminista ^.^





Christian Grey (il protagonista, ndS) è descritto, nel libro e dalle fan, come “il sogno di ogni donna”.. ok, vediamo... è ricchissimo (non sappiamo quanti fantastiliardi possegga, ma son tanti), è un self-made man, è bellissimo che più bellissimo non si può e, top del top, ha un trauma infantile neanche troppo nascosto! L'uomo dei sogni per una che si vuole accasare, fare la mantenuta e la crocerossina.. che saranno due frustate ogni tanto?! E poi è tanto romantico il fatto che voglia il controllo assoluto della vita dell'altra, no? Il che mi fa tornare in mente questa vignetta su Twilight:





Ma a scandalizzarmi più della mania di controllo sull'altra persona è questa parte, tratta dall'ultimo libro:

[Un po' di contesto: i due si sono sposati, lei come anticoncezionale userebbe le iniezioni di ormoni. Uso il condizionale perché dovrebbe ricordarsi di andarsele a fare.. ma, nonostante le sovvenga di aver saltato qualche appuntamento, la nostra protagonista cade dal pero quando la ginecologa le dice che è incinta]

Deglutisco e tento di dominare il panico che mi serra la gola. Faccio un respiro profondo per calmarmi. Ora o mai più.
«Sono incinta.»
Lui si immobilizza e diventa pallido come un cencio.
«Cosa? » Sussurra, livido.
«Sono incinta.»
Aggrotta le sopracciglia come se non capisse.
«Com’è possibile?»
“Com’è possibile?” Ma che assurdità è questa? Arrossisco e gli lancio un’occhiata della serie “Come credi che sia successo?”. Cambia immediatamente atteggiamento e il suo sguardo diventa di pietra.
«L’iniezione?» ruggisce.
“Oh, merda!”
«Ti sei dimenticata l’iniezione?»
Mi limito a fissarlo, senza proferire parola.
“Porca miseria, è incavolato nero.”
«Cristo santo, Ana!» Sbatte il pugno sul tavolo, facendomi trasalire e si alza così bruscamente che quasi rovescia la sedia.
«Devi ricordarti una cosa sola, una sola. Merda! Non ci posso credere. Come hai fatto a essere così stupida?»
“Stupida?” Rimango senza fiato. Vorrei dirgli che l’iniezione non ha fatto effetto, ma non riesco a parlare. Mi guardo le mani. «Mi dispiace» sussurro.
«Ti dispiace? Ma vaffanculo!» mi dice in tutta risposta.
«Lo so che non è il momento giusto.»
«Il momento giusto!» grida. «Ci conosciamo da cinque fottuti minuti. Volevo farti vedere come funziona questo cazzo di mondo e ora… Vaffanculo. Pannolini, vomito e merda!» Chiude gli occhi. Penso stia lottando per controllarsi, ma perde la battaglia. «Te ne sei dimenticata? O l’hai fatto apposta?»

[Conclude uscendo platealmente dall’appartamento, andandosi a ubriacare con la ex, la veneranda donna che lo ha sedotto a 15 anni.]


Bene.
Penso sia abbastanza.
Punto 1: Il signor “ci conosciamo da cinque fottuti minuti” sarebbe stato più coerente se non se la fosse sposata in cinque-fottuti-minuti, no?
Punto 2: Ma perché dovrebbe averlo fatto apposta? Ti vuole incastrare? Ma se l'hai sposata, rifiutando anche il contratto prematrimoniale perché è l'amore della tua vita (che conosci solo da cinque-fottuti-minuti, ribadisco!) Che senso ha?
Punto 3: Vaffanculo?!! Ma stiamo scherzando? “Sono incinta” – “Vaffanculo!”?!! Ma vacci tu! Questo è l’uomo che le donne sognano? Vi prego ditemi di no.. Che io a uno che mi risponde così gli regalo un calcio nelle gengive e lo tramortisco!

Lei ovviamente tot pagine dopo lo perdona, poverino.. lui ha avuto l’infanzia traumatizzata. u.u’

Vi prego donne, vi imploro… ditemi che questo NON è l’uomo dei sogni! Ditemi che “Sono incinta” – “Vaffanculo!” non esiste né in cielo né in terra anche per voi! Per favore..

lunedì 24 settembre 2012

Curvy mania


Oggi vi parlo di un argomento che mi sta irritando da un po’ di tempo.
Partiamo dal presupposto che io detesto l’uso improprio delle parole straniere. Vi ricorderete che quando ho pubblicato la recensione di Brave avevo sottolineato la differenza di significato tra il titolo inglese, coraggiosa, e il titolo italiano, ribelle. Le due parole non sono sinonimi, eppure il titolo italiano riporta l'inglese Brave e vi associa dopo una virgola ribelle. Semplificando, è come se trovaste un film dal titolo "Tacchino - La storia di un pavone." C’è qualcosa che non quadra, giusto?!

Ultimamente c’è una parola inglese che spopola su riviste e blog vari: curvy.
Vediamo, innanzitutto, cosa significa questa parola:
   curvy / ‘kɜːvɪ/agg. [woman] tutta curve.
Quindi, curvy è un aggettivo che, riferito alla donna, indica una figura tutta curve. Il vocabolario ci aiuta specificando ancora:
   curvy adj   (road, line: curving)   sinuoso agg
   curvy adj   (woman: shapely)        formoso, procace, tutto curve agg

Riassumiamo: Questo aggettivo può essere usato per descrivere una strada, una linea o una donna. In questo ultimo caso, indica una donna formosa.

Non credo sia difficile come concetto. Chiudete gli occhi ora, E pensate a una donna con queste caratteristiche. A chi avete pensato?

Possibili risposte esatte: Monica Bellucci, Jennifer Lopez, Beyoncé Knowles, Scarlett Johansson…
Possibili risposte errate: Keira Knightley, Kate Moss, Uma Thurman…
Possibili risposte ancora più errate delle precedenti: Adele
Analizziamo insieme le risposte e capiamo perché sono giuste o sbagliate.


Scarlett Johansson e Monica Bellucci

J.Lo e Beyoncé

Le donne che corrispondono alla descrizione di curvy presentano caratteristiche fisiche che in Italia definiamo mediterranee. Pensiamo ai fianchi di Monica Bellucci, al sedere di Jennifer Lopez, ai cosciotti di Beyoncé e al davanzale di Scarlett Johansson. Nessuna di queste signore ha rotolini di ciccetta che fanno capolino dai jeans, o buccette d’arancia sparse, e se capita le abbiano (parlo fondamentalmente delle 2 cantanti) li percepiscono come inestetismi e fanno in modo di eliminarli. Jennifer Lopez avrà anche il culo grande, ma dall’altro lato ha gli addominali!
Fermiamoci un istante e analizziamo anche la seconda categoria.

Kate Moss, Keira Knightely e Uma Thurman

Keira Knightley, Kate Moss, Uma Thurman rientrano, generalmente, in un’altra categoria: le skinny. Apriamo il dizionario?
   skinny / ‘skɪnɪ/ agg. colloq. smilzo.
Aggettivo di uso colloquiale che indica una persona smilza. E sottolinea:
   skinny adj (person: thin) magro, secco, smilzo agg
Cosa abbiamo capito? Che skinny è la parola di uso colloquiale per indicare una persona thin, magra.
Le signore citate sono magre. Smilze, se vogliamo enfatizzare il concetto. E che vuol dire? Semplicemente che non hanno fianchi particolarmente prominenti né un seno che raggiunga la 2° (escludendo casi di gravidanze, là tutto può succedere!). Ahimè, è facile che donne particolarmente smilze possano essere etichettate come anoressiche, è successo più volte a Keira Knightely che ha sempre smentito. Non è detto che donne particolarmente magre lo siano necessariamente perché malate (anche se i casi ci sono, non nascondiamoli!), molte lo sono per costituzione. Punto.

Arriviamo finalmente al cuore del discorso. Sforzatevi di non fraintendermi.. quando si parla di forme femminili è facile esser fraintesi. Io cercherò di spiegarmi bene.
Ultimamente i media stanno operando in modo tale da dividere le donne in due categorie: le curvy e le skinny. Per curvy intendono qualsiasi donna dalla taglia 46 in poi. Per skinny si intendono tutte le donne dalla 40 in giù. Le 42 e le 44 vivono ai margini, in bilico. Questo discorso, a parer mio, è sbagliato e pericoloso! Sbagliato, perché le taglie delle donne comuni normopeso vanno dalla 40 alla 46. Circa. Una donna taglia 44 può essere curvy se è formosa ma non cicciotta.

Mi spiego meglio partendo dalle skinny, perché è un discorso che affonda le sue radici negli anni passati, mentre il fenomeno curvy è più recente. C'è una differenza tra essere skinny ed essere sottopeso. Uma Thurman difficilmente potrà diventare come Scarlett Johansson, dovrebbe mettere qualche protesi, ma è possibile che possa metter su qualche chilo. Poniamo che la signora Thurman venga dieci giorni in vacanza in Italia e trascorra la sua visita ospite di mia mamma a Napoli. La signora, tra pasta, casatielli, parmigiane, pizze e compagnia bella torna a casa minimo minimo con 7-8kg in più. Che lei voglia perdere quel peso è più che comprensibile, stonerebbero un po’ quei chiletti sulla sua figura. Se, invece, Scarlett Johansson si svegliasse una mattina esclamando “Mah.. vorrei proprio essere come Uma Thurman!” oltre a perdere peso dovrebbe anche limarsi le anche (e crescere di.. tipo 20 cm?). Sarebbe follia! Ma, se Scarlett facesse la stessa vacanza di Uma a Napoli? Mettete 7-8kg su Scarlett Johansson, è ancora curvy? Tenete a mente che lei è alta più o meno quanto me, un metro e sessanta circa. E su questa altezza - credetemi! – i chiletti si vedono moooolto bene. Scarlett non sarebbe più curvy, sarebbe cicciottella. 

Adele e Georgina
Il mio discorso non vuole colpire meramente i fattori estetici, ma la salute. Negli ultimi anni ci hanno bombardato di discorsi politically correct sull’anoressia. Giustissimi, per l’amor di Dio, l’anoressia è una malattia! Ma questi discorsi hanno anche portato la gente a pensare che tutte le donne particolarmente magre siano anoressiche, mentre molte di loro magari lo sono per costituzione. Se nella mente delle donne, e penso in particolare alle ragazzine, si sviluppa il pensiero che una figura come quella di Adele sia curvy è estremamente pericoloso. Adele è cicciottella. Il che nulla toglie alla sua voce, è una cantante che canta bene. Ma non può e non deve essere un modello per quel che riguarda le forme. La mia irritazione nasce da questa intervista a Georgina, una blogger dai (cito) “Capelli rosa confetto, pelle di porcellana, look da bambola curvy.” L'intervista la presenta come un modello curvy , che Georgina sicuramente non è! Ho aperto il suo blog, Cupcake's clothes, ed è davvero carinissimo. Nella presentazione personale però, la stessa Georgina si presenta così: "Hi, I'm Georgina! I'm a fat, 22 year old girl from England! […]” Lei non utilizza mai il termine   curvy  riferendosi a stessa.
Perché allora i media italiani devono presentarci questi modelli? Perché le donne in sovrappeso possano sentirsi parte di un gruppo e dire “Ah, allora sto bene così!”?
Essere sovrappeso non fa bene. Si vive male e a lungo andare i danni possono diventare permanenti. E, ribadisco, parlo di salute.



Dieci anni fa ero una ragazzina di 14 anni. Mi ricordo come pensa una ragazzina. Se una ragazzina che per costituzione sarebbe una 44 per una delusione d'amore, per problemi a scuola o per un qualsiasi dramma creda di star vivendo si sfoga nel frigo e mette su 10kg non può pensare di stare bene. Perché, se non provvede, se li porterà con se per anni, e magari ne metterà su altri. Tanto la tv dice che va bene. Adele è diventata famosa.

Spero di essere riuscita a farvi comprendere il mio pensiero. Non ho nulla contro Adele, né tantomeno contro Georgina. Per chi non mi conosce, io sono una 24enne che dovrebbe essere una 44 e non lo è più. Devo perdere qualche chiletto, i famosi 7-8. E non ho intenzione di partecipare al discorso "curvy sono tutte le taglie sopra la 46, quindi non fa nulla se metto su un po' di peso." Non ho intenzione di adagiarmi nel letto del "ma tanto mi piaccio anche così.." 
Sì, mi piaccio anche così. Il mio compagno mi guarda ancora con gli stessi occhi e so come vestirmi per fare la mia porca figura. Ma sono cosciente del fatto che posso star meglio.
In fondo, se poteste scegliere, tra avere il fisichetto di Uma Thurman o quello di Scarlett Johansson credo si dividano le opinioni. Sono gusti. Ma vi dicessi che potete scegliere tra il fisico di Uma e quello di Adele? O tra quello di Scarlett e quello di Adele? Che mi rispondereste? Siate oneste. Con voi stesse, non con me, eh!


Una è più autentica quanto più assomiglia all’idea che ha sognato di se stessa
- Tutto su mia madre

venerdì 21 settembre 2012

The New Yorker: Lettera aperta di Philip Roth a Wikipedia


Apriamo questa rubrica con una lettera aperta di Philip Roth su The New Yorker. Ne traduco un estratto, QUI trovate l'originale.

7 Settembre 2012
Lettera aperta a Wikipedia
Scritta da Philip Roth

Gentile Wikipedia,

sono Philip Roth. Recentemente ho avuto motivo di leggere per la prima volta la pagina wikipedia dedicata al mio romanzo “La macchia umana.” La voce presenta una grave inesattezza che vorrei fosse rimossa. Quanto scritto è arrivato su wikipedia non dal mondo della verità, ma dal mormorio del gossip letterario – non vi è alcuna verità in esso.

Già quando, attraverso un intermediario ufficiale, ho recentemente chiesto a wikipedia di cancellare tale inesattezza, insieme ad altre due, “l’amministratore di wikipedia in inglese” riferì al mio intermediario – in una lettera datata 25 agosto e indirizzata al mio intermediario – che io, Roth, non ero una fonte attendibile: “Capisco il suo punto di vista, che l’autore è l’autorità maggiore nei confronti del proprio lavoro” scrive l’amministratore di wikipedia “ma abbiamo bisogno di altre fonti.”

Si è creata quindi l'occasione per questa lettera aperta. Non essendo riuscito a ottenere un cambiamento attraverso i canali usuali, non so in quale altro modo procedere.



L’inesattezza che Roth chiede di correggere riguarda l’ispirazione del romanzo. Wikipedia sosteneva, infatti, che il romanzo fosse ispirato alla vita dello scrittore Anatole Broyard, mentre nella sua lettera Roth sottolinea che "La macchia umana" era invece ispirata ad alcuni infelici eventi della vita del suo amico Melvin Tumin, professore di sociologia a Princeton.

Traduco un estratto dalla pagina wikipedia inglese incriminata (trovate QUI l'originale), nella giornata di oggi, 21 settembre 2012:

Le recensioni del libro nel Daily e nel Sunday New York Times, rispettivamente di Michiko Kakutani e Lorrie Moore, suggeriscono che il personaggio di Coleman Silk sia stato ispirato da Broyard. Brent Staples, in un editoriale del The New York Times, Andrew Sarris, in una recensione del film tratto dal libro sul New York Observer e Patricia J. Williams, nella recensione del film su The Nation, suggeriscono la stessa cosa. Anche se Roth, in un'intervista del 2008, affermò che non gli era nota la storia di Broyard quando iniziò a scrivere il romanzo, ma ne venne a conoscenza mesi dopo. Il 7 settembre 2012, Roth ha scritto sul The New Yorker una lettera aperta a wikipedia, nella quale sosteneva che il romanzo si basava su un incidente avvenuto nella vita del suo amico Melvin Tumin, professore di sociologia a Princeton.

Philip Roth ha dunque ottenuto quanto richiesto. Non voglio portare la vostra attenzione sul romanzo, sebbene il tema sia piuttosto interessante (si parla di razzismo nei confronti delle persone afroamericane), ma sul contenuto della lettera. Roth scrive una lettera aperta su The New Yorker, perché il tentativo sul canale ufficiale non è andato a buon fine. E già questo ci dimostra come fare una piazzata out loud sia spesso più produttivo del fare una richiesta discretamente.


Ma la cosa che ha davvero destato tutta la mia attenzione è stata la risposta dell'amministratore di wikipedia. L'autore non è una fonte attendibile.. o meglio, non basta come unica fonte. Ora, posso essere d'accordo se stessimo parlando della tiratura del romanzo, dell'indice di gradimento, o di qualsiasi argomento intorno al libro. Ma qui parliamo di trama. E me lo immagino Roth, seduto in poltrona con la risposta davanti, sbarrare gli occhi ed esclamare: “Ma chi deve sapere meglio di me a cosa IO mi sono ispirato per scrivere il MIO romanzo?!!”


Una volta pubblicato un libro, chi ne è padrone? Sì, certo.. ci sono i diritti d’autore, ma generalmente ti assicurano solo che ci sia il tuo nome sopra, e che ti sarà dovuto un certo tipo di compenso. Roth ha fatto sentire la sua voce perché ha letto di un fraintendimento e lo ha voluto chiarire. E parliamo di un romanzo. Pensate alle poesie. Pensate alle analisi degli studiosi. E se fossero sbagliate? Non tutte, eh! Ora non voglio dire che se un autore non esplicita nero su bianco il contenuto del suo scritto nessuno sarà mai in grado di capirlo. Ma se in alcuni casi fosse accaduto? La grande fortuna di Roth è di essere vivo. Se non lo fosse stato non avremmo saputo la verità.


E qui arriva la domanda: quanto è importante? Quanto è importante per voi sapere cosa c’è dietro le pagine? Vi basta credere di aver capito alcune cose, o volete anche sapere se sono veramente così? Vi bastano le parole dell'autore o vi intriga anche conoscere cosa frulla nella sua mente?

Ognuno avrà la sua opinione.. personalmente non so che darei per fare due chiacchiere con William Shakespeare e conoscere la sua visione del mondo, dell'arte, della poesia.


E stringerei volentieri la mano a Roth, perché ha ragione: il romanzo è suo e nessuno può essere una fonte più attendibile dell’autore!